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Fare il venditore o imparare a vendere?

Il mestiere del venditore è uno dei pochi mestieri che sembra non invecchiare e che conserva nel tempo la capacità di creare occupazione.  Eppure fare il venditore è ritenuto da molte persone un’attività poco gratificante, di ripiego, adatta solo a poche persone capaci di confondere le idee al prossimo e di propinargli cose inutili e costose. È un campo in cui cioè domanda e offerta di lavoro tendono a non incontrarsi o a incontrarsi con difficoltà. Sono tante le aziende che cercano e non trovano personale di vendita, da quelle della vendita porta a porta (come il mitico Folletto, l’aspirapolvere che sta in tutte le case degli italiani), a quelle dei call center (come Accueil, l’azienda calabrese che fa vendita telefonica per grandi clienti), a quelle più specializzate che cercano venditori dipendenti per i propri prodotti tecnologici. Per non parlare dei commessi nei negozi, la cui richiesta campeggia nelle vetrine anche di quell’Italia che ha alti livelli di disoccupazione. Insomma, il commercio elettronico, l’automazione telefonica, i programmi di vendita a distanza non hanno scalfito la richiesta costante di venditori.

Il punto è che effettivamente la vendita è un lavoro difficile e stressante: i risultati si misurano giorno per giorno e il modo per sottrarsi alle proprie responsabilità non esiste, o sai vendere e fai fatturato o non sai vendere, non c’è scusa che tenga.  Ma il punto può essere cambiato: la vendita è un’attività professionale che teoricamente può occupare l’intera vita, fare il venditore è un’attività in grado di mantenere, anche bene, una famiglia e, per le ragioni che abbiamo detto, è a rischio basso di obsolescenza. Ma imparare a vendere è un’opportunità che non riguarda solo chi vuol fare il venditore tutta la vita. Imparare a darsi degli obiettivi lavorativi precisi e misurabili, saper trattare con persone di ogni tipo, saper presentare le proprie proposte e le proprie idee in modo convincente, saper affrontare le sconfitte e le vittorie senza particolari turbamenti emotivi, sono tutte cose che sono utili a affrontare tanti lavori e anche tante fasi della vita non lavorative. Quindi che si provi anche un’attività di vendita che non è gratificante al massimo, ci si metta in gioco, il risultato, qualsiasi sia alla fine, sarà valso sicuramente lo sforzo. E nel mondo lavorativo un’esperienza di vendita, anche part time, anche a termine, sarà valutata molto positivamente.