Aziende ed investimenti alle Canarie, i nostri consigli per evitare errori banali
Acquisire delle competenze è sicuramente un fattore fondamentale nell’ambito della propria formazione accademia e lavorativa; spesso, però, accade che si senta la necessità di esportare le proprie conoscenze al di fuori dei propri confini, esportando così quanto si è appreso negli anni in paesi stranieri.
Tuttavia, prima di lanciarsi a capofitto in una simile avventura, può rivelarsi di importanza fondamentale cercare di comprendere quali siano effettivamente i pro e i contro correlati ad una simile decisione, e soppesare su una bilancia immaginaria tutti i fattori.
Andare in un paese straniero, infatti, comporta una serie di circostanze ben precise, che vanno circoscritte in un contesto molto più ampio che tocca parametri sociali, economici e politici.
Sì, perché andare all’estero non significa solo esportare le proprie conoscenze, ma al contrario significa anche entrare in contatto con delle realtà giuridiche e sociali che talvolta possono discostarsi di molto dalle proprie abitudini.
Capire con cosa si ha a che fare è, dunque, fondamentale.
Cosa esportare all’estero e come farlo nel migliore dei modi
Andare alla Canarie con il fine primario di portare con sé delle conoscenze può rivelarsi un’ottima idea; tuttavia, al fine di non incorrere in una serie di problemi di vario genere, è importante cercare di comprendere cosa effettivamente esportare all’estero, e come farlo nel migliore dei modi.
Tralasciando gli ambiti più ovvi come ad esempio la ristorazione o il turismo, vi sono una serie di settori di cui vale la pena parlare, come ad esempio quelli relativi:
- l’artigianato (inteso come lavorazione delle materie prime)
- energia
- ottica
- comunicazioni
- farmaceutico
Anche il ramo delle biotecnologie, inoltre, sta conoscendo un’enorme rivalutazione negli ultimi tempi, diventando con il tempo sempre più importante.
Andare alle Canarie: cose da sapere prima di partire
Innanzitutto, è doveroso sfatare il mito dei soldi facili: con gli giusti accorgimenti è possibile aprire delle attività che possono portare anche degli ottimi profitti, ma è comunque necessario guardare l’aspetto burocratico se non si vuole incorrere in pesanti sanzioni amministrative e pecuniarie.
Sebbene ci si possa spostare sul territorio liberamente in quanto cittadini europei, è comunque doveroso, dopo tre mesi di permanenza, mettersi in regola dal punto di vista residenziale e fiscale: occorrerà, infatti, presentarsi all’apposito oficina de Extranjeria; espletato questo passaggio, sarà necessario ottenere il NIE, ossia l’equivalente del codice fiscale italiano.
Per espletare questo passaggio, bisogna presentarsi di persona alla stazione di Polizia, compilare un apposito modulo e pagare una piccola tassa affinché il procedimento amministrativo vada a buon fine.
Nel mentre, siccome il NIE non vale per sempre, bisognerà fare richiesta per ottenere Empadronamiento, ossia la residenza anagrafica.
Anche la Tarjeta de Seguridad Social è importante, al fine di poter usufruire di tutti i vantaggi forniti dallo stato assistenzialista.
Cosa indicare per aprire un’attività
Espletati questi passaggi burocratici, bisognerà ora concentrarsi sulla natura degli investimenti per aziende alle Canarie: come primo punto, sarà necessario indicare se si tratta di una SRL, indicare quante persone lavorano nel proprio business, eventuali prospetti economici legati al progetto ed altri aspetti fiscali.
Un vantaggio sicuramente non da poco, è dato da quello di poter rientrare nello ZEC, la zona speciale economica delle Canarie; sostanzialmente, se un imprenditore fattura sui centomila euro annui e ha con sé cinque dipendenti, la tassazione è pari al 4%.
Un dato sicuramente confortante, soprattutto per tutte quelle persone che desiderano investire fuori dal proprio paese.
In definitiva, sebbene l’idea di investire alle Canarie possa allettare molti, è anche vero che bisogna sfatare per un attimo il mito incrollabile di ”paradiso fiscale”, e rendersi conto che per avviare un’attività alle Canarie sia comunque necessario provvedere ad una serie di controlli sia fiscali che amministrativi, così da lavorare senza infrangere la legge.