Parliamo di sport e affari: un connubio imprescinsibile
Possiamo certamente dire che il barone de Coubertin, se mai ha pronunciato la famosa frase: l’importante nello sport non è vincere, ma partecipare, è stato ampiamente smentito. Nello sport di oggi l’importante non è né vincere né partecipare, ma è fare affari. In un mondo affamato di eventi che stupiscano, che attraggano l’attenzione, che facciano audience, nulla meglio dello sport rappresenta l’ideale. E tra tutti gli eventi sportivi un o è considerato il re del business: la finale del campionato di football americano, il Super Bowl, evento che tiene incollati davanti allo schermo i consumatori più ricchi e più consumisti del pianeta, i maschi bianchi americani.
Un evento sportivo che si è presto trasformato in un evento televisivo, non a caso il Super Bowl festeggia i 50 anni e quindi è nato negli anni 60, nel momneto di massimo splendore della civiltà dei consumi e della società affluente. Lo sport americano, almeno quello professionistico, è strutturato per riempire l’intero anno, in modo che non ci sia mai pausa per i tifosi, niente a che vedere con i nostri luglio e agosto, quando i tifosi nostrani di calcio in crisi di astinenza si devono accontentare di notizie sugli amori dei calciatori, sulle loro vacanze, e al massimo sulle partite di pre-campionato. Negli Usa in inverno c’è il football che celebra appunto a febbraio la sua finale, in primavera il basketball, che vede i playoff tra aprile e giugno, e in estate il baseball che si conclude con le World Series alla fine di ottobre. Ma, a differenza degli altri sport professionistici, il football si chiude con una finale secca, e questo ne segna, agli occhi dei businessmen televisivi il suo fascino speciale.
Quest’anno, per l’edizione appena svolta il 7 febbraio 2016, la CBS che ha seguito l’evento ha conteggiato quasi 112 milioni di utenti, che ha consentito di vendere spot a cifre iperboliche, cinque milioni per uno spot di 30 secondi! Se si pensa che il costo di realizzazione di uno spot ha ugualmente cifre enormi (quest’anno si è arrivati a cifre di 9 milioni di dollari per pagare spot e testimonial), si vede che giro d’affari muovo questo evento.
E comunque per tenere fissi davanti allo schermo gli spettatori, non basta lo spettacolo sportivo, ma il Super Bowl è un evento diversificato e capace di attrarre tutti i pubblici. Durante l’intervallo, che non a caso segna il picco degli ascolti, si allestisce un vero e proprio spettacolo musicale (capace di attrarre anche il pubblico femminile) con ospiti di assoluta qualità: quest’anno i Coldplay e Beyoncé. E l’inno americano, che apre ogni evento sportivo, è stato cantato da lady Gaga.
Ovviamente la televisione non è l’unico media: oggi i new media giocano un ruolo fondamentale. 6o milioni sono le persone che si sono collegate su Facebook e 200 milioni sono stati i post i “mi piace” i commenti registrati. Cifre da record. Chi ha vinto? Poco importa in campo sportivo, per quel che riguarda il business tutti quelli che hanno partecipato.